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Dopo Monti? Il nulla? Dove sono i partiti e la politica?

In elezioni, fermare il declino, Italia, politica on 10 luglio 2012 at 19:47

Da salvatore della patria a lobbista, da volto istituzionale apprezzato in Europa ad “aguzzino” degli italiani. Di Monti si è detto e si dice tutto e il contario di tutto. Sospendiamo il giudizio sul Primo Ministro per un momento e pensiamo al “dopo”.

Le grandi manovre sono già iniziate, forse i manovratori non hanno mai smesso di agire dietro le quinte.

Monti prima ammicca, poi smentisce, poi vedremo. Verrà candidato per dare continuità al progetto di risanamento? Francamente sembra intenzionato, oggi, a non voler lasciare il suo lavoro in mano alla politica populista. E’ da vedere se l’Italia lo voterà.

Berlusconi non è capace di farsi da parte. Non se ne era mai andato, aveva solo limitato le sue apparizioni mediatiche. Alfano è già in disgrazia e con lui il PDL che verrà plasmato nuovamente ad immagine e somiglianza del suo “creatore”.

Fini ormai conta come il “due di briscola” anche se cercherà di contare ancora qualcosa. Lo sanno bene anche i vari Bocchino. Penso che alla fine, cercando di vendersi al meglio, questi personaggi confluiranno tutti in quella coalizione di centro che Montezemolo, Casini e altri proporranno agli elettori alle prossime politiche. Il programma, le persone, le idee saranno tutte un “déjà vu“, un riciclone-polpettone dei moderati italiani, sembrano già finiti prima di iniziare.

Casini è come quegli attori che finiscono per impersonare per tutta la loro carriera lo stesso ruolo. Ostaggio al centro, cerca di proporsi da sempre come “il ragazzo del buon senso“, peccato che nel frattempo i capelli gli sono diventati bianchi.

A sinistra la situazione sembra più “magmatica”, qualcosa potrebbe davvero capitare a questo giro. Lo dico un po’ con simpatia, un po’ con preoccupazione. Da cittadino spero davvero che una proposta concreta e credibile riescano a trovarla. Una coalizione che stia in piedi, rappresentata da personaggi capaci di trovare consenso anche oltre le barricate di sinistra.

Bersani: mi viene in mente Crozza ormai, no comment. Vendola un po’ meno retorico, inizia ad avere qualche capello bianco, spero non diventi vittima del suo personaggio come Casini. Rienzi, accusato da qualcuno di fare il gioco di Berlusconi, secondo me è l’unico che ha chiaro che per vincere serve fare proposte che vadano bene anche ad elettori di destra e/o di centro: ragazzi fate i compiti delle vacanze e a settembre fateci sapere.

Di Pietro prima “contro” Berlusconi, ora “contro” Monti, domani contro chi? Non riesco a vederlo “con” qualcuno. Di testa è un pubblico ministero, lui è al servizio della causa, ma quale?

La Lega di Maroni o di Bossi? Come Berlusconi anche “l’Umberto” non molla. Discorsi salomonici a parte questo non la vuole capire che bisogna rinnovarlo il partito altrimenti finirà che se lo porta nella tomba. Barricati nel Nord cercheranno con le alleanze più convenienti di piazzare più uomini sulle cadreghe. Rispolverata la questione settentrionale, vista la picchiata a livello nazionale, hanno più a cuore la Lombardia che Roma, ovviamente cercheranno di votare la legge elettorale a loro più conveniente.

E Grillo? Il suo movimento – guai chiamarlo partito! – come dimostrano i sondaggi, quando se ne parla conta, altrimenti tende a “rinculare”. Questa è una gara lunga, più che maratona sembra un “iron man”, quindi le percentuali scritte negli ultimi tempi sulle tabelle dei sontaggisti potrebbero essere confermate o dimezzate o chissà (?), tutto dipende dalla tattica, perché è chiaro che il potenziale c’è: “la gente è molto incazzata” (come avrebbe detto Funari).

Ma dove sono i partiti?

E’ fuori dubbio, infatti, che i leader  – tranne forse per il caso del Pd – siano tutt’uno con il partito. Fondatori, padri, padroni, “volto-unico”, il partito protesi, i simboli che si confondono con i volti dei leader storici (e unici). Tutto quello che fanno, senza un partito alle spalle, senza un partito vero e forte alle spalle, non è altro che reiterare e consolidare il proprio potere. Inamovibili nella stagione degli “esodati”.

Il rinnovamento non è succedere a se stessi, il rinnovamento significa farsi da parte. Il fatto è che se leviamo questi “padri-padroni“, il panorama sembra vuoto. Dove sono le energie riformatrici e – diciamolo anche – rivoluzionarie? Sopite o scomparse, o semplicemente distratte? Bella domanda, la risposta tra qualche mese.

Andrea Margutti

  1. e intato Berlusconi ci toglie ogni dubbio > “Berlusconi: “Mi ricandido, senza di me non andate da nessuna parte”. Gelo nel Pdl” qui l’articolo > http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/11/berlusconi-mi-ricandido-senza-di-me-pdl-non-va-da-nessuna-parte-gelo-nel-partito/290335/

  2. Analisi ineccepibile! Purtroppo per l’Italia per quegli italiani che, come me, ancora sperano in un cambiamento vero e sostanziale non solo in ambito politico ma della società nel suo complesso.

    A presto, David.

    • sono uno che per abitudine non molla, voglio ostinarmi a pensare che le cose si possono cambiare in qualche modo, voglio dare fiducia all’iniziativa di giannino “fermareildeclino.it”

      …non so cosa sarà capace di fare, spero non sia poi un’altra delusione, è che non sono capace di stare con le mani in mano mentre il paese cade in rovina, e quelli che non sbagliano mai sono quelli che non ci provano mai…

      io sono invece sono uno di quelli che prova cercando di sbagliare il meno possibile!! 😉 a presto!

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